martedì 19 gennaio 2010

Crisi Italtel

Ieri sera a Carini, l’intero consiglio comunale ha cercato di misurarsi con la crisi Fiat e Italtel. Alla seduta sono stati invitati tutti i 90 parlamentari regionali, quelli nazionali del collegio e il governo regionale. All’appello hanno risposto solo il Presidente, e il suo Vice, della Commissione Attività produttive on.li Salvino Caputo e Pino Apprendi, i quali hanno invitato, aspramente, il governatore Lombardo a farsi promotore di una riunione del Consiglio dei Ministri per chiedere al governo nazionale di intervenire. L’amministratore delegato della Fiat, Marchionne, ha più volte dichiarato che Termini Imprese chiuderà, per l’assenza di infrastrutture in Sicilia che, evidentemente, nemmeno il Ponte di Messina è in grado di colmare. La soluzione per tenere in vita Sicilifiat non sarà semplice trovarla, se mai si può trovare. L’Italtel, invece, è un caso più semplice ed emblematico. I principali committenti sono Telecom e Cisco i quali hanno annunciato il taglio delle commesse sulle quali era stato modulato il piano industriale dello scorso anno, di conseguenza la proprietà ha deciso che dovrà al più presto predisporre il taglio di 400 posti di lavoro. Gli stabilimenti Italtel in Italia sono tre, Milano, Roma, Carini. Tutti e tre, all’incirca, impiegano 250 unità. In quello di Carini, aperto nel 1974 con la Sit-Siemens, i dipendenti sono 230, il 45% per cento dei quali è laureato ed ha un’età media di 43 anni. Si tratta, quindi, di personale altamente specializzato. Lo stabilimento produce impianti di per la nostra principale azienda di telecomunicazioni. Nel corso del trentennio sono state diverse le crisi affrontate e risolte grazie all’alta capacità di

riconversione dell’impianto e di adattamento al mutamento del mercato. Attualmente a Carini sono in funzione due laboratori di ricerca che producono software per le comunicazioni all’avanguardia in Europa. Tagliare Italtel significa programmare la dismissione di Telecom Italia e attribuire il controllo di un settore strategico come le comunicazioni ad una società europea.

Non a caso alla seduta ha partecipato anche il direttore dell’impianto, l’Ing. Pernicione, il quale ha detto che i tagli sono stati decisi per l’assenza dei mancati investimenti del governo nazionale per 800 Mln sulla banda larga e la digitalizzazione dei sistemi di comunicazione.