domenica 20 dicembre 2009

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Acqua che scotta

Riesplodono in queste ore, nei comuni del comprensorio partinicese, le polemiche sulla gestione dell’Ato idrico e sulla società Acque Potabili Siciliane. Nei giorni scorsi, le prime fatture targate Aps sono state recapitate agli utenti con importi notevolmente superiori a quelli finora ricevuti con la gestione comunale. Dappertutto, nei consigli comunali, stanno nascendo iniziative sostenute con ordini del giorno e mozioni per chiedere di uscire, un po’ come è avvenuto per i rifiuti, dall’ato idrico. La gestione del servizio idrico è stata rilevata dall’Aps Spa da circa anno. Nella conferenza di servizio del 5 novembre del 2008, i sindaci stabilirono le tariffe da applicare per ogni singolo comune. In linea di massima, le tariffe sono rimaste invariate per i consumi da 0 a 140 mc, come nel caso di Cinisi, e sono stati stabiliti aumenti per i consumi superiori, sempre nel caso di Cinisi, fino a 15 euro per i consumi da 140 a 200 mc e fino a 30 euro per quelli da 200 mc in poi. Tuttavia, le prime fatture arrivate hanno subito aumenti notevolmente superiori, fino a 138,00 per un consumo dello stesso periodo, il primo semestre dell’anno, che prima ammontava a soli 16 euro circa. In un comunicato stampa, il Comitato Civico Liberacqua, che fin dalla prima ora si è opposto alla gestione privata dell’acqua, si chiede come sia possibile che le fatture arrivate siano state calcolate sulla base di un consumo forfettario e presuntivo per via del fatto che l’APS, in un anno, non è riuscita a mappare i reali consumi di ogni utenza.
In effetti, le fatture esose sono state recapitate alle utenze inabitate o della fascia esterna dei paesi, cioè in abitazioni prevalentemente estive. I sindaci, presi di mira dalle proteste degli utenti, hanno chiesto l’immediata apertura degli sportelli, anche questi ancora inattivi nella maggior parte dei comuni e comunque previsti solo per il ricevimento di poche ore per sole due volte al mese. Le voci delle fatture sono rimaste invariate. Oltre alla tariffa
base per il consumo, alle altre tre superiori e alle unità abitative totali, ci sono le voci sulla fognatura, depurazione e quote di servizio. Ma perché allora arrivano fatture così elevate?
Al centinaio di utenti che si sono recati ieri a Cinisi per reclamare allo sportello dell’APS immediatamente attivato, ad alcuni è stato detto che le fatture sono il frutto di un conguaglio, ad altri di un importo per voltura sbagliato, ad altri ancora che il contatore potrebbe avere problemi tecnici invitandoli a fornire l’effettiva lettura. Il Comitato Liberacque, invece, sostiene che le fatture esose potrebbero essere il frutto dell’applicazione retroattiva della nuova articolazione tariffaria stabilita nella conferenza dei servizi del novembre 2008 e annuncia la presentazione di un ricorso al TAR, nel quel si chiederà l’annullamento del provvedimento amministrativo con il quale è stata applicata la retroattività, illegittimità già sentenziata dal CO.VI.R.I, dal Consiglio di Stato, dal TAR del Veneto, della Sardegna e del Lazio e richiamata in una nota all’Autorità dell’ATO 1 Palermo ed al gestore APS SpA, anche dal Difensore Civico di Bagheria.
Inoltre, sembra che in alcuni casi, come a S.Giuseppe Jato, Mezzojuso o Terrasini, nelle fatture sia stata ancora applicata la tariffa sulla depurazione anche per i paesi, come in questo caso, sprovvisti di impianto nonostante la sentenza della Corte Costituzionale dell’ottobre 2008 abbia stabilito il contrario. Altro capitolo della polemica riguarda gli investimenti. Per Cinisi, ad esempio, sono stati previsti 11 MLN per la rete idrica e fognaria e, in genere, l’Ato ha approvato 25 progetti per 37 MLN su quasi tutti comuni dell’Ato, solo che non è possibile prevedere quando cominceranno i lavori perché prima di aprire i cantieri, i progetti devono essere vagliati dall’Agenzia Regionale Rifiuti e Acque delll’assessorato regionale territorio ambiente. Altri casi emblematici riguardano quelle realtà nelle quali sussistono acquedotti privati, come nel caso della S.O.R.I. di Carini. La S.O.R.I è proprietaria di più della metà dell’acquedotto di Carini e delle riserve idriche e senza queste ultime, l’Aps rischia di non poter garantire al 100% la fornitura. Tuttavia, qual è l’esatto rapporto tra l’APS e La SORI non è completamente chiaro, tanto che sembra siano al vaglio azioni legali. Infine, in diversi comuni, le nuove tariffe stabilite dalla conferenza dei servizi avrebbero dovuto essere sottoposte al vaglio delle assemblee consiliari e non lo sono state, mentre la Provincia, con la sua Segreteria Tecnica Operativa preposta a vigilare sul corretto operare del gestore, non si è ancora pronunciata rispetto ai presunti disservizi e alle fatture esose emesse.

pubblicato sul blog Partinico.info