Parafrasando il detto di Carl von Clausewitz, "La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi", nel caso del conflitto Israelo-Palestinese si potrebbe dire che "la pace è la continuazione della guerra con altri mezzi". In 60 anni nessuno dei due è mai veramente uscito dalla dimensione del conflitto permanente e se per anni lo scontro è stato sostenuto dal tentativo reciproco di annientare il nemico, oggi sembra più di assistere ad un triste quanto inutile e tragico gioco delle parti. Quella di Israele che in questo caso, sentendosi aggredito, reagisce con veemenza e violenza contro un nemico sempre più sfuggente finendo con uccidere uomini, donne, bambini, alimentando la spirale ideologica di odio della quale il nemico si alimenta.
Dall'altra quella delle formazioni estremiste palestinesi che vogliono surclassare e travolgere tentando di prenderne il posto, quelle che con gli stessi mezzi aggressivi nel corso degli anni, a torto o a ragione, hanno conquistato il potere dello Stato Palestinese finendo con il democratizzarsi.
Sarebbe ora che la Comunità internazionale svelasse e interrompesse definitivamente questo ignobile gioco.