domenica 3 maggio 2009

La capacità solidale degli italiani farcita dalla consueta indole al raggiro

Il terremoto dell’Abruzzo ha reso manifesta, un’altra volta, la capacità solidale del popolo italiano, accanto all’elevato grado di raggiro che i nostri connazionali, singolarmente presi, sono in grado di perpetrare a scapito delle leggi dello Stato, farcita dalla voglia irrefrenabile, insana, di censurare ogni dissenso, una tentazione che dilaga in ogni angolo del nostro paese. Così, accanto alla corsa sincera per portare aiuto ai nostri connazionali abruzzesi colpiti dall’immane tragedia che ha sfiorato anche noi, nel racconto ospitato sul nostro giornale Giovani Giannusa, universitario cinisense che in quei giorni si trovava a L’Aquila, ne dipinge un ritratto limpido e drammatico, c’è l’incapacità, ad ogni livello di governo, di organizzare un minimo d’informazione o prevenzione al terremoto minacciato per mesi da una serie infinita di scosse telluriche, che hanno minato la serenità di migliaia di abitanti di quei territori e che, infine, per circa 297 di essi ha significato la morte. Di fronte all’efficienza della Protezione civile, che si può comunque migliorare se in alcuni luoghi sperduti del terremoto i soccorsi sono arrivati solo dopo 23 ore, abbiamo constatato la criminale deficienza e l’irresponsabilità degli sconosciuti, almeno finora, costruttori degli edifici in cemento armato, teoricamente antisismici, venuti giù come castelli di sabbia. Di fronte alla prontezza con la quale tutte le più alte cariche dello Stato si sono, giustamente, precipitate a testimoniare alle popolazioni colpite la solidarietà loro e dello Stato, c’è la censura nei confronti del solito giornalista, Michele Santoro, che ha il brutto vizio di mettere in risalto quel che non funziona, c’è sempre qualcosa che non funziona, e non si accoda allo sciame del “quanto siamo bravi ed efficienti”. Siamo un popolo contraddittorio, in grado di sprecare un mucchio di energie e risorse ogni giorno e capaci di mobilitazioni enormi nei casi di emergenza, forse per l’inconscia consapevolezza di farci perdonare i nostri quotidiani peccati, per poi scoprire, dopo anni e al prossimo appuntamento con la tragedia, che i soldi sono stati spesi male, che qualcuno ha truffato, qualche altro ha fatto il furbo e molto del lancinante dolore scoperto in una manciata di secondi, forse si poteva evitare.

Nessun commento:

Posta un commento