domenica 13 febbraio 2011

Se non ora quando


Ho partecipato alla manifestazione indetta dalle donne dal titolo, "Se non ora quando". Se un merito avrà questa manifestazione nella storia, sarà quello di essere stata il punto di inizio del crollo del berlusconismo, del quale Ruby è solo stata il detonatore. La crisi è già in atto da tempo. La crisi di un modello che per quindici anni ci ha propinato una ricetta semplice. Con i soldi si può fare tutto. Contenere i difetti del corpo e il trascorrere dell'età, migliorare le prestazioni del proprio fisico, comprare le donne più belle, comprare il potere, determinare la volontà degli uomini, stabilire i principi etici e morali, insomma, non dico nulla di nuovo scrivendo tutto questo. Per quindici anni gli italiani, la stragrande maggioranza degli italiani, non faccio distinzioni tra destra e sinistra, e i poteri forti di questo paese hanno accettato questo modello di società. Da oggi non più. Non perché Berlusconi è un premier che organizza, presumibilmente, festini con minorenni, ma perchè quel modello del liberismo a oltranza, delle veline, della prestazione, del disarmo del welfare, dello show bussines, del monopolio privato, della finanza che domina l'economia, non riesce più a sostenere i bisogni e tutelare gli interessi della stessa stragrande maggioranza degli italiani che per quindici anni lo hanno sostenuto. A Palermo, in pieno centro, è un susseguirsi di vendesi di appartementi lussuosi e di affittasi di magazzini che per anni hanno ospitato fiorenti attività commerciali.
In sinstesi, il potere d'acquisto della famigerata classe media è stato falciato, cosicché "Louis Vuitton" espande il suo negozio, mentre "Torregrossa" chiude e si moltiplicano i franchising delle aziende del nord e le catene commerciali extraeuropee. Confesso che guardare Ruby e soffermarmi sul fatto che abbia la stessa età di mia figlia mi ha fatto un certo effetto ed è ipocrita continuare a difendere, da parte di certuni, il machismo di Berlusconi e peggio se, in cuor loro, riuscissero perfino a giustificare il fatto di vedere la loro figlia tra le lenzuola di qualche potente pur di saperla "sistemata". Tuttavia, anche quest'atteggiamento non è nuovo all'italiano medio. E' nuovo il fatto che non riesca più a garantire benessere ai suoi figli, meno che mai prodigandosi per raccomandare la figlia quindicenne affinché sia assunta come velina in qualche programma tv o che il figlio maschio diventi calciatore, ora che il precariato si è esteso anche ai quarantenni. Nessuno sta fornendo una risposta politica convincente a tutto questo e i primi che riusciranno ad interpretare il malessere vinceranno le elezioni e governeranno il nuovo decennio che si apre. Per il momento le donne sono riuscite a suonare la sveglia e, si spera, a rendere consapevole la maggioranza degli italiani.

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