venerdì 3 ottobre 2014

La superclasse finanziaria transnazionale e l'esigenza di trovare nuovi obiettivi collettivi

Non trascorre giorno senza che qualcuno non ci ricordi che viviamo in un tempo senza storia, che i sogni di giustizia sociale del 900 sono irrealizzabili, che la società odierna è liquida, che non c'è più nessuna morale e nessuna etica. Quindi non ci sono più classi, non c'è più alcuno spirito di lotta ne nessuna necessità di darvi luogo. Certamente non è più possibile ed è anche inutile guardare al passato, alle ideologie che sono state tanto contestate e che tanto hanno dato alla storia. Ma pensare che oggi non c'è alcun bisogno di lottare è fuorviante. Non lottiamo più perché sappiamo che è inutile, perché tutti sappiamo che nessuno Stato, Regione, Comune può mettere mano al portafoglio per continuare a fornirci i servizi, il lavoro, l'assistenza. Ma anche questo non è vero del tutto. Tuttavia, è vero che ogni forma di lotta è diventata una guerra tra poveri. La difesa di una tutela conquistata nel 900 è diventata privilegio per pochi, perché non è estensibile. Persino la distinzione tra padrone e operaio, datore di lavoro e dipendente è fuorviante, perché entrambi sono sottoposti alle determinazioni del mercato e il mercato, come afferma Umberto Galimberti, è un entità astratta e non codificabile e proprio per queste sue caratteristiche, non è possibile organizzare la lotta o la resistenza contro.





È complicato rintracciare le responsabilità di questa situazione, bisognerebbe condurre un'analisi profonda ma qualcosa si può identificare. Se non ci sono più classi o, meglio, se oggi ha poco senso la lotta tra le classi che abbiamo conosciute, non dobbiamo ignorare che esiste ed è dominante una superclasse, una vera entità che sfugge al controllo di qualsiasi organo statuale perché tutto il sistema occidentale è piegato ai suoi voleri. Non che la superclasse finanziaria transnazionale, che risiede tra USA ed UE, abbia particolari poteri per decidere, per esempio, tutte le guerre, solo qualcuna, e noi non viviamo in un sistema dove tutto è già deciso o predeterminato. Ma la superclasse finanziaria transnazionale possiede modi, strumenti e uomini, per indirizzare le contro reazioni a quanto succede nel mondo partendo dalla tutela dei propri interessi. La società è liquida, tutto ci appare incerto, non abbiamo più morale o etica solo perché non c'è più un solo obiettivo di quelli che hanno sostenuto le nostre idee negli ultimi 60/70 anni e non ce ne sono in vista di nuovi. Basterebbe individuare un nuovo obiettivo collettivo e condivisibile, per riconsegnare il tempo alla storia e trovare un nuovo antagonista, quantomeno in Occidente, alla Superclasse di cui sopra. La missione di chiunque voglia dirsi di sinistra, o meglio progressista, è solo questa.




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