martedì 17 marzo 2009
An e F.I si fonderanno nel Pdl. L’innovazione del bagaglio ideologico del partito di Fini
An e Forza Italia, il prossimo 27 marzo, fonderanno il Partito delle Libertà. In svantaggio sembra il partito di Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini, che si trova a competere con la leaderschip di Sivlio Berlusconi. Tuttavia, a parte il fatto che lo fa da più di 15 anni, i più attrezzati dal punto di vista dell’elaborazione ideale e di pensiero e che abbiano un progetto di paese sono gli uomini di An. L’Italia è molto cambiata negli ultimi 20 anni e la destra italiana ha saputo interpretare le nuove esigenze di una società in continuo movimento. Ha tradotto pragmaticamente l’esigenza di semplificazione del quadro politico riconoscendo nel bipolarismo, la formula con la quale governare un paese moderno e, soprattutto, innovare il suo bagaglio ideologico più di quanto altri abbiano saputo fare. In sintesi, la gran parte degli uomini di destra hanno saputo essere molto meno fascisti di quanto la gran parte degli uomini di sinistra hanno continuato a sentirsi, nell’esercizio del potere, comunisti. Inoltre, Forza Italia non esce e non può farlo, dalla concezione di partito azienda. Sicchè, vien da pensare, quello che si consumerà da qui a qualche giorno con la fondazione del Pdl, è il compimento di un lungo processo politico che ha coinvolto i vertici quanto la base del partito e può diventare l’investimento sul futuro, da parte degli uomini di An, al contrario di quel che finora hanno saputo fare gli uomini che vorrebbero interpretare le ragioni del riformismo italiano e non si sono sbarazzati ancora, o lo fanno con estrema lentezza, dei cascami e delle incrostazioni ideologiche buone solo alla salvaguardia di una oligarchia improduttiva.
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