lunedì 16 marzo 2009

A Terrasini si è celebrato la ricorrenza dell’appello Ai liberi e forti lanciato 90 anni fa dal prete di Caltagirone

La testimonianza di Don Luigi Sturzo al servizio del paese



Una lezione moderna, attuale, che arriva in un momento storico nel quale si ravvisa, di giorno in giorno, l’esigenza di una nuova rinascita etica e morale, per una nuova certezza dei diritti e dei doveri, per una ritrovata speranza nel lavoro, per una nuova esigenza di solidarietà tra gli uomini e i cittadini, per la ritrovata esigenza di riconfermare lo Stato democratico, così come lo abbiamo conosciuto negli ultimi 60 anni, tra alti e bassi, tra gioie e dolori, tra successi e insuccessi. La lezione di Don Sturzo, che aveva una visione limpida dell’impegno dei cattolici in politica, l’affermazione dei principi e dei valori del cattolicesimo sociale attraverso l’indiscutibile piattaforma democratica, è sempre più attuale. Un ritrovato messaggio analizzato - il 16 marzo scorso a Terrasini in un convegno organizzato da Ino Cardinale e coordinato dal dott. Vincenzo Morgante dal titolo: Per una nuova speranza. La testimonianza di Don Luigi Sturzo al servizio del paese - da autorevoli relatori come i Vescovi di Piazza Armerina e Monreale, Mons. Michele Pennisi e Mons. Salvatore Di Cristina, accanto al Sen. Calogero Mannino e con l’ausilio di un’intervista rilasciata dal sen. Giulio Andreotti. “Non si può – ha detto il Sen Andreotti – dividere l’uomo politico dall’uomo religioso, dai suoi ideali, dai suoi principi. La politica non è tecnica ma il mezzo attraverso il quale realizzare i fini cui si ispira”. I fini di Don Sturzo erano quelli declamati dalla dottrina sociale della Chiesa, la solidarietà tra gli uomini, la libertà di autodeterminarsi, come uomini e come istituzioni e la consapevolezza che lo Stato, l’Economia e la Società sono posti al servizio delle libertà degli uomini. Don Sturzo è stato capace, partendo da un piccolo paesino della dimenticata provincia siciliana, del profondo sud, di risolvere il conflitto aperto con la fine del potere temporale della Chiesa e restituire ai cattolici la libertà di impegnarsi in politica accettando e, anzi, accogliendo i valori dello Stato laico, interpretando la religione solo come l’ispirazione all’agire politico, non come dogma indiscusso. Sono questi i concetti ricorrenti che sono stati declamati negli interventi degli oratori, di fronte ad una platea attenta e numerosa, in un momento storico critico nel quale ogni certezza sembra dissolversi di fronte ad una crisi sociale, politica ed economica che sembra difficile da fermare.

Nessun commento:

Posta un commento