lunedì 25 marzo 2013

Il PD condannato a salvare il salvabile contro i propri interessi

La cronaca di questi giorni, seppure appassionante, si concluderà presto per trasformarsi in storia. Il PD andrà incontro al rischio di deludere il proprio elettorato e alla prossima scontata sconfitta elettorale, perché visto il niet dei M5S, probabilmente sarà costretto a fare un Governo prendendo in considerazione, con una formula che vedremo presto, l'ipotesi di governissimo con il Pdl di Berlusconi (il quale nel frattempo ha già ottenuto il legittimo impedimento per il Processo Mediaset). Scelta inevitabile perché, di fronte ad un risultato elettorale scontato, in questo modo quantomeno si prende tempo nei confronti dei due avversari politici maggiori, il Pdl e il M5S, e si cerca di salvare il salvabile dell'Italia. Il PD non è un partito anti sistema, non solo, il PD è l'unico partito tra i due che seppure può non vincere mai o quasi - il quasi lo lasciamo nel caso l'intera sua dirigenza si decida a studiare seriamente comunicazione politica - sopravviverà certamente ai due, a meno che non compia la scelta di ri-trasformare un'altra volta il sistema elettorale rompendo la cinghia di trasmissione maggioritaria della Democrazia italiana, per tornare ad un sistema proporzionale. In quel caso il PD esploderà. Altrimenti, essendo un partito di ispirazione maggioritaria e non essendo fondato sulla leadership del Capo, torneremo ad occuparcene per molto tempo. Insisto sull'esame del PD, ancorché non abbia molto appeal perché fa certo più notizia Grillo e il M5S o il Pdl e Berlusconi, proprio per la sua natura completamente diversa da questi ultimi due. Di Berlusconi e del Pdl sappiamo ormai tutto. Sappiamo che genere di statista è stato Berlusconi e che genere di - grande -stratega politico. Sappiamo che il Pdl è un partito dove militano anche persone per bene insieme agli altri, ma sappiamo anche che esiste perché c'è Silvio ancora in grado di fagocitare chiunque gli si ponga contro. Tuttavia, anche il Pdl è un partito di sistema, lo ha dimostrato in questi anni al di la delle necessità personali di Silvio Berlusconi. Alla scomparsa di quest'ultimo dall'agone politico, si trasformerà in qualcos'altro ma sempre ispirato al Ppe. Il M5S stiamo imparando a conoscerlo adesso. È un fenomeno di comunicazione politica ben ottimamente riuscito ma senza un programma reale. Anche da quelle parti stanno cominciando a studiare e sono molto avveduti. Sanno che, deciso di essere un soggetto partitico a tutti gli effetti ed avendo una natura massimalista e anti sistema, come in Italia siamo ben in grado di riconoscere, non possono avere incarichi di Governo se non in ambiti strettamente locali, Governo delle Città e delle Regioni. Su scala nazionale non possono, perché non hanno un obiettivo facilmente identificabile ma sono tutti generalisti. Il M5S si sta candidando ad essere opposizione e continuerà con la solita solfa dei partiti ladri, degli sprechi della Kasta e via discorrendo. Bisognerà vedere se, invece, non essendo il duo CasalGrillesco ideologizzato, riusciranno a breve termine ad elaborare una piattaforma programmatica più seria e concreta alla quale affidare la propria sopravvivenza politica. Anche in questo caso, però, è legittimo dubitare che il M5S, pur essendo un partito ideologicamente liberista, possa reggere il confronto con gli altri partiti sulla lunga durata, proprio perché non vedremo mai il sig. Giuseppe Grillo Presidente del Consiglio a meno che quest'ultimo, in nome e per conto dell'intera organizzazione e a questo punto dell'Italia, non assuma il ruolo di grande guida, come Gheddafi, il quale governava la Libia ma senza alcun incarico di Governo e nessun ruolo istituzionale riconosciuto se non quello, appunto mai scritto da nessuna pare, di Grande Guida. Gheddafi, però, non aveva altri partiti intorno, noi per fortuna si. Ah, anche lui è stato un rivoluzionario. 

1 commento:

  1. Caro Roberto, la Tua analisi mi sembra attenta a sviluppare i temi della ingovernabilita' e la ricetta ( intesa PD - PDL ) che proponi nei fatti aggraverebbe i mali del nostro paese. Credo che sia bene analizzare le basi elettorali del PD e del PDL. Hanno due culture politiche e di governo molto differenti gli elettori del Pd nella stragande maggioranza hanno il senso dello Stato e delle Istituzioni molto sviluppato, sono per il pubblico e per i diritti, certamente gli elettori di questo partito si riconoscono nella legalita' e nella solidarieta'. Gli elettori del PDl sono invece tutto il contrario e quindi gli elettori del pd non accetterebbero mai una intesa con il PDL e quindi segnerebbe la fine del PD e diventerebbe quasi naturale la nascita di una formazione politica che si richiama alla sinistra piu' coerente e alternativa alla cultura di governo a tutti costi. Certo sarebbe lacerante per il sistema politico italiano uno scenario simile, ma dopo il trauma dell' esperienza Monti non ci possono essere ragioni di stato che possano giustificare una intesa di governo alternativa nei programmi e nelle strategie.

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