Anche oggi sono felice perché sono riuscito a trovare un nesso tra due notizie che ho sentito e letto. La prima la ascolto alla radio. Secondo un autorevole studio, nel nostro paese il problema non è la produzione di denaro ma la sua redistribuzione. Le seconda la leggo su live Sicilia e riguarda il caso dei tre burocrati dell'assemblea regionale siciliana che hanno scritto al Presidente Ardizzone invitandolo a “revocare spontaneamente", l'illegittimo provvedimento” che fissa a 240.000€ il tetto per lo stipendio dei super burocrati dell'Ars
- http://m.livesicilia.it/2014/11/04/il-tetto-da-240-mila-euro-non-ce-fretta-chi-sono-i-paperoni-di-palazzo-dei-normanni_560327/ -
L'unica opzione politica possibile, in queste condizioni, è quella dell'ortodossismo marxista. La domanda se è ancora concepibile il riconoscimento di un simile diritto acquisito negli anni, e
garantito dalla pensione, mi pare più che legittima. Siamo di fronte ad un superburocrate improduttivo direttore del servizio della biblioteca e dell'archivio storico dell'ars, che ancora oggi guadagna per questo stratosferico e difficile lavoro 338.763,30 euro lordi, e ad un ingegnere trentenne che si occupa di un progetto per realizzare una stampante 3D (l'ho incontrato qualche settimana fa in una pizzeria vicino villa Niscemi a Palermo), che per sopravvivere è costretto a fare il cameriere.
Nessun commento:
Posta un commento